In numerose grotte
della Liguria sono state trovate le tracce degli uomini di Neanderthal che le
hanno frequentate durante l’era glaciale. La presenza
dell’Homo di Neanderthal in Liguria è ampiamente documentata dai molti
ritrovamenti di resti e di manufatti umani rinvenuti in varie grotte,
specialmente in prossimità della costa. In una delle grotte dei Balzi Rossi è stato ritrovato un
frammento di scheletro umano datato circa a 250.000 anni fa.
Tra 40.000 e 30.000 anni fa i Neanderthal si estinguono e i Sapiens
prendono il loro posto.
L’Homo Sapiens, arriva dall’Africa, e utilizza le
grotte liguri per ripararsi dal freddo intenso. “Lo strumentario dell’Homo Sapiens è estremamente più
perfezionato e specializzato: ormai egli trae dalla pietra, in prevalenza
selce, ogni tipo di utensile che lo possa agevolare nella caccia ma anche nella
confezione di indumenti in pelle (grattatoi, perforatori, punte), nelle
operazioni del tagliare (lame e coltelli) fino all’esecuzione di incisioni
(bulini)” [1]. Ma i Sapiens lasciano anche tracce di creazioni
artistiche, piccole sculture che rappresentano figure femminili.
Alla fine dell’era glaciale circa 7.500 anni fa, arrivano,
via mare, sulle coste liguri donne e uomini che portano con sé animali e piante
domestiche, nuovi saperi e tecnologie. Vengono dal Vicino Oriente, dove
millenni prima le popolazioni hanno imparato a coltivare e cucinare cereali e
legumi e ad allevare capre, pecore, bovini e suini; è’ la rivoluzione
neolitica. Ora le grotte della Liguria vengono abitate da gruppi
di agricoltori e allevatori, alcune anche per periodi molto lunghi. Queste
grotte hanno restituito uno straordinario repertorio di materiali di quel
periodo: vasi in terracotta, asce in pietra verde, conchiglie, ocra rossa, ossa
di animali allevati ed anche sepolture.
In appena qualche millennio sulle rive dell’intero
Mediterraneo e sulla costa ligure, sorgono villaggi stabili, si coltivano campi
e si allevano animali domestici.
[1] I cacciatori
paleolitici – a cura di Santo Tinè – Sagep Editore
